2014 27 ottobre

CONDIZIONI ECCEZIONALI, IMPRESA STRAORDINARIA

La 35esima Rolex Middle Sea Race è stata memorabile.
CONDIZIONI ECCEZIONALI, IMPRESA STRAORDINARIA

La 35esima Rolex Middle Sea Race è stata memorabile. Non solo per la flotta internazionale che, per il terzo anno consecutivo, ha visto un numero record di partecipanti, ma anche per la varietà delle condizioni che gli yacht hanno affrontato. Da bonaccia a burrasca, da mare calmo a tempesta, il percorso di 606 miglia nautiche ha offerto un po’ di tutto. Il degno vincitore ha dovuto dominare la natura e gli avversari. Da sfide eccezionali emergono caratteri eccezionali: in questo caso, Lee Satariano e l'equipaggio del J/122 maltese Artie, vincitore della Rolex Middle Sea Race 2014.

122 imbarcazioni di dimensioni comprese tra 9,5 a 30,5 metri provenienti da 24 nazioni, si sono riunite per la partenza della Rolex Middle Sea Race 2014. Ventitré yacht in più rispetto al precedente record stabilito nel 2013. “Avere una flotta più grande con così tante diverse nazionalità è una grande soddisfazione, perché significa che la regata ha un richiamo crescente in tutto il mondo,” ha dichiarato  Godwin Zammit, Commodoro del club organizzatore della regata, il Royal Malta Yacht Club.

La prima edizione della Rolex Middle Sea Race fu disputata nel 1968 e Rolex è title sponsor sin dal 2002. Sabato 18 ottobre, i cannoni della Saluting Battery di Valletta affacciati su Grand Harbour hanno dato il via alla regata del 2014 sotto un cielo limpido, con una leggera brezza da sud e sotto lo sguardo attento di una considerevole folla.

 


Un percorso impegnativo

Il percorso di 606 miglia nautiche comprende una circumnavigazione in senso antiorario della Sicilia, con partenza e arrivo a Malta. Dopo la partenza, la flotta si dirige a nord attraverso lo Stretto di Messina, per poi passare Stromboli, le Eolie e le Egadi, Pantelleria e Lampedusa, e, infine, la flotta fa ritorno attraverso il Canale di Comino sul traguardo al largo di Marsamxett Harbour.

Secondo Francesco de Angelis, tattico del campione in carica italiano B2: "La difficoltà di questa gara è che non sai mai quello che il vento sta per fare. E’ un percorso lungo, con una rotta molto varia, e la trama è in continua evoluzione. Sai con quale vento partirai, ma non sai cosa troverai lungo il cammino. Non è mai facile."

Per Tom Addis, navigatore sul Maxi di 100 piedi Esimit Europa 2: "La caratteristica di questo percorso è che include ogni possibile angolazione. C'è sempre un elemento estremo - non è mai una regata facile con 10-15 nodi di vento." Addis aveva conquistato gli onori di linea alla Rolex Sydney Hobart del 2009 con questa stessa barca, ma ai tempi apparteneva a Neville Crichton e si chiamava Alfa Romeo: “A parte la lunghezza simile dei percorsi, e il fatto che entrambe sono sponsorizzate da Rolex, ci sono pochissime similitudini tra queste due regate." Mai dire mai…

A rilento

La flotta è partita con un leggero vento da sud. Durante la prima notte in mare, la flotta ha faticato ad avvicinarsi allo Stretto di Messina. Concentrazione, attenta regolazione delle vele, corrette scelte delle vele, precisione al timone e movimenti minimi sono stati elementi chiave per guadagnare un po’ di terreno in quelle condizioni.

Passaggio stretto

Ventiquattro ore dopo la partenza, solo il leader della regata aveva attraversato lo Stretto. Il favorito per la vittoria in tempo reale, Esimit Europa 2 condotto dallo skipper Jochen Schumann, era riuscito a percorrere solo 215 miglia nautiche nella prima giornata di regata. A mezzogiorno si trovava a 10 miglia nautiche da Stromboli, procedendo lentamente a sei nodi, seguito da Rán, Shockwave e B2, che erano ancora nello Stretto di Messina a circa 30 miglia di distanza.

"La prima notte di questa regata è stata molto difficile e tattica," ha spiegato Ian Moore, il navigatore del Cookson 50 italiano Mascalzone Latino, uno degli iscritti più veloci. "Vai dritto verso l'angolo della Sicilia, ma non appena arrivi lì inizi a pensare a come entrare nello Stretto" La barca di Vincenzo Onorato è stata la quinta a passare nel Mar Tirreno.

Speranza vanificata

Circa 24 ore più tardi, Esimit Europa 2 doveva ancora passare la ‘boa’ di metà percorso. La maggior parte della flotta era 100 miglia indietro. La seconda notte di regata ha dato agli equipaggi un'altra opportunità di affinare le proprie capacità di navigare con poco o quasi zero vento. Doppiata Stromboli, alcuni yacht hanno deviato a nord alla ricerca di un po’ di brezza, ma con scarso successo. Le speranze di Esimit Europa di battere il record di 47 ore, 55 minuti e 3 secondi stabilito dal Maxi americano Rambler nel 2007 sono svanite nella bonaccia.

Dominio nordico

Il quarto giorno è iniziato con una buona notizia per Rán di Niklas Zennström: il Maxi 72 svedese era diventato il leader della classifica provvisoria dopo una terza notte proficua in mare. Passata Favignana, Rán aveva seguito la strategia di Esimit Europa 2 abbracciando la costa occidentale della Sicilia. Quando Esimit è finita in un’altra bonaccia vicino a Pantelleria, Rán ha ridotto il distacco a sole 5 miglia nautiche. Più tardi quella mattina, il divario si è ampliato di nuovo poiché i leader finalmente sono riusciti a trovare un po’ di vento. Nel frattempo, il resto della flotta stava ancora cercando di passare Palermo, sulla costa settentrionale della Sicilia.

Record

Esimit Europa 2 ha sfruttato la brezza crescente per consolidare il suo status di favorito per la vittoria in tempo reale, e ha tagliato finalmente il traguardo di Marsamxett Harbour a Malta alle 22:47.05 CEST di martedì notte. Il Maxi sloveno ha completato il percorso in 3 giorni, 10 ore, 42 minuti e 5 secondi. Questa quarta vittoria in tempo reale, dopo quelle del 2010, 2011 e 2012, ha stabilito un nuovo record per la Rolex Middle Sea Race – consolazione per non aver infranto il record di regata.

Due ore più tardi, Rán di Niklas Zennström è arrivata a Malta. "Tutto quello che puoi fare è cercare di vincere la tua classe e sperare che le condizioni siano a tuo favore," ha commentato l’armatore e skipper svedese. "Come sempre, il team di Rán ha preparato bene la barca e ha regatato a un livello molto alto, quindi siamo felici delle nostre prestazioni."

Cambio di gioco

Dopo tre notti tranquille, il quinto giorno ha portato un drastico cambiamento delle condizioni. Il vento da nord-ovest è aumentato progressivamente diventando burrasca, mentre la maggior parte delle imbarcazioni stavano raggiungendo il punto più occidentale del percorso, nonché il più esposto, all’altezza di Favignana.

GYR Scarlet Oyster ha avuto 48 nodi di vento poco prima di ritirarsi con un timone rotto. L'equipaggio tedesco sul 48-piedi Sjambok ha registrato un colpo di vento di 60 nodi. Grey Goose ha inviato foto dei suoi strumenti di navigazione che segnavano 50 nodi. Si prospettava una notte lunga e difficile.

La conferma delle condizioni estremamente difficili della regata sta nel numero totale di ritiri - 71 - e dalla lista dei danni riportati dalla flotta, anche vicino al traguardo. "Il perno della nostra chiglia si è rotto proprio quando abbiamo oltrepassato il canale di Comino,” ha riferito lo skipper portoghese Diogo Caiolla, dal prototipo di 42 piedi svizzero Kuka-Light. Lo yacht francese Teasing Machine ha disalberato a 20 miglia dall’arrivo.

Per gli equipaggi ancora in gara, il forte vento ha tuttavia offerto anche delle buone opportunità. Le condizioni di regata a questo punto erano favorevoli alle barche piccole. Avrebbe dominato l’equipaggio con la migliore combinazione di abilità marinaresca, tattica e nervi saldi. Sebastien Ripard di Artie ha spiegato: "Abbiamo vento con raffiche di oltre 40 nodi e onde di 30 piedi. Bisogna spingere al massimo, ma devi anche proteggere la barca, quindi siamo stati un po’ cauti con le raffiche di oltre 40 nodi e abbiamo spinto di più quando il vento è calato un po'."

Sul traguardo, sui volti degli equipaggi c’era  un mix di euforia, stanchezza, sollievo e, soprattutto, un grande senso di realizzazione.

122 - numero fortunato

Il J/122 Artie di Lee Satariano ha tagliato il traguardo alle 00:45 CEST di giovedì, dopo 4 giorni, 13 ore, 35 minuti e 05 secondi in gara. Il suo rivale più vicino di classe ha finito 8 ore dietro sia in tempo reale sia in compensato. Più tardi quella mattina, con diverse barche ancora in regata, il Royal Malta Yacht Club ha fatto un annuncio ufficiale dichiarando che il team maltese aveva conquistato la vittoria assoluta, non potendo essere battuto da nessun altro concorrente.

Satariano, sopraffatto dalla gioia, ha commentato: "Non posso crederci. Vincere una gara così prestigiosa, una delle maggior regate d'altura al mondo, su una barca locale e con una squadra locale, è un grande risultato.” Dietro la gioia c’era anche la consapevolezza di un lavoro ben fatto: “Avendo avuto l'opportunità per riflettere sulla regata, ancora più importante della vittoria è stata l’impresa di finire. E’ stata una gara molto, molto dura.” Questo è il secondo titolo per Artie nel giro di tre anni, dopo la vittoria nel 2011, e la settima vittoria maltese in 35 edizioni. Straordinariamente, l’anno in cui c’è stato un numero record di 122 barche, è stato uno yacht di 12.2 metri a vincere la regata.

La premiazione finale di sabato è stata una grande festa. Non è stata solo l'occasione per lodare i vincitori, premiati con il trofeo della Rolex Middle Sea Race e un orologio Rolex in riconoscimento del loro successo, ma è stata anche l'occasione per riconoscere la straordinaria determinazione e perseveranza di tutti coloro che hanno partecipato alla regata.

La 36ima edizione della Rolex Middle Sea Race avrà inizio il 17 ottobre 2015.




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