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2011 24 August

Nel Paese che non ama la nautica

Luci e ombre sull'estate del diporto. Casareto (Marina di Varazze): «In Italia qualcosa non funziona se gli yacht vanno altrove. I francesi hanno regole rigide, ma sanno come gestire i grandi flussi turistici»» Strumenti utili Carattere Per salvare l'articolo è necessario effettuare il login Salva l'articolo Invia a un amico Stampa Rss Condividi su Facebook Condividi su Twitter L’eccellenza non si improvvi­sa. C’è voluta tutta l’esperienza e la passione di Paolo Vitelli, presi­dente- fondatore del gruppo Azi­mut- Benetti, per «inventare» Ma­rina di Varazze, un gioiello proget­tato (nel rispetto dell’ambiente) dall’architetto Aimaro Isola di To­rino, affiancato dall’architetto Pie­tro Venezia di Varazze. Situata a sud-est dell’abitato,Marina di Va­razze è cost­ituita da due moli alter­nati tra loro e da una banchina cen­trale. Lo spazio portuale è dotato di 12 pontili fissi e 3 galleggianti. Immersa nel verde, è aperta tutto l’anno e offre 820 posti barca (705 a disposizione del marina), 900 posti auto, 30 appartamenti: un punto di riferimento per chi vuole trascorrere il proprio tempo libe­ro fra yacht, prestigiose residenze - tutte fronte mare- realizzate con finiture di pregio. Giorgio Casareto, 44 anni, geno­vese, è il nuovo responsabile della struttura. Dopo varie esperienze in alcuni cantieri navali, nel 1995 è entrato nel gruppo Azimut-Be­netti dove ha svolto diverse man­sioni: nel commerciale, nell’after sales e in produ­zione. A lui è stato affidato il progetto di costruzione e l’av­vio del primo stabili­mento Azimut Yacths di Sa­vona e successivamente le attività di trasferimento nel nuovo stabili­mento, di cui ancora oggi mantie­ne la supervisione. Dal 2008 al 2011 ha ricoperto il ruolo di diret­tore della produzione di Azimut Yacths di Avigliana (To). «Il contesto attuale non è sem­plice. Anche noi dobbiamo con­frontarci con una realtà generale molto difficile», dice il neo diretto­re. E aggiunge: «Tuttavia, a dispet­to di una portualità italiana con ca­li significativi di oltre il 30%, Mari­na di Varazze è quasi un’isola feli­ce. Se sapremo confermare l’at­tuale trend chiuderemo l’anno senza problemi. Aggiungo che il mese di luglio è stato drammatico per tutti dal punto di vista meteo­rologico, soprattutto per quanto riguarda i transiti. Ad esempio il concerto di Max Gazzè si è svolto sotto un diluvio universale...». Ma Casareto fa un’altra analisi. Amara. «Che qualcosa in Italia non funzioni sul fronte della nauti­ca da diporto non lo scopriamo og­gi. È mai possibile che i proprieta­ri di barche, grandi o piccole, sia­no tutti evasori fiscali? Tanti no­stri clienti ci dicono che sono stu­fi, che non possono mettere la prua fuori dal porto, di non poter­si­fare un piatto di spaghetti all’or­meggio perché arrivano subito i controlli. In questo modo la vacan­za diventa uno stress. C’è chi met­te in vendita la barca. Chi ha più fortuna se ne va all’estero.La poli­tica della Francia, nel settore, è più illuminata da sempre. I cugini ci insegnano come si gestisce un flusso turistico da diporto. Nono­stante le regole, forse più rigide delle nostre, nonostante le autori­tà che fanno rispettare queste re­gole, la gente è ben accetta e viene lasciata in pace. Per non parlare della Slovenia, della Croazia, del Montenegro. Gli italiani che han­no la barca in Adriatico ci arrivano in due-tre ore. Il vero problema è che il nostro Paese nella nautica non ci ha mai creduto. E pensare che l’Italia si gioca la leadership mondiale della produzione con gli Stati Uniti. Purtroppo è così: se uno va in giro con la Ferrari viene ammirato e forse invidiato da tut­ti. Se scende dalla Ferrari e sale su una barca viene guardato come un appestato». Ma vediamo come Marina di Va­razze sta affrontando la congiun­tura. « Quando la crisi è provocata da fattori esterni - dice Casareto ­è opportuno diventare aggressivi per non perdere terreno rispetto ai concorrenti. Stiamo ragionan­do s­oprattutto su un piano tariffa­rio appetibile, ma non nella logica degli sconti.Immaginiamo un’of­ferta di servizi che facciano senti­re il cliente più importante e consi­derato. In altre parole bisogna ri­vedere alcune cose che probabil­mente non sono più allineate al contesto attuale». Intanto settembre e ottobre, per quanto riguarda i transiti, da sempre sono mesi significativi per il fatturato. «Sì - conclude Giorgio Casareto - il nostro marina, grazie alla sua eccellente posizione strategica, viene utilizzato come base da mol­ti cantieri per i saloni nautici di Cannes e di Genova». FONTE www.ilgiornale.it


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