L'ingegnere navale triestino Starkel precipita e muore sui monti della Carnia
PALUZZA. Un attimo di disattenzione, complice magari la bella giornata di sole, o forse un tratto particolarmente insidioso. Di sicuro, quella che doveva essere una bella e sicura passeggiata in montagna si è tramutata in tragedia. A perdere la vita è stato il triestino Roberto Starkel, 63 anni, uno dei più famosi progettisti navali della città, che ha legato il suo nome a decine di imbarcazioni, soprattutto nel settore velico.
Starkel è precipitato poco dopo le 14 per un centinaio di metri scivolando su un insidioso tratto ghiacciato. Era in compagnia di alcuni altri amici: insieme avevano intrapreso il sentiero oltre il laghetto di Pramosio che porta alla cava di marmo e che poi sale lungo due tornantini verso la Creta di Timau. Per raggiungerla, una volta in quota, occorre intraprendere un tratto traversale, e proprio qui c’è stato l’incidente.
Secondo una prima ricostruzione Starkel si trovava in fondo al gruppo quando, a un certo punto, ha perso l’equilibrio precipitando lungo uno dei due canaloni che sovrastano la cava. Ad allarmare i compagni di gita sono state le grida che Roberto ha lanciato in un ultimo tentativo di chiedere aiuto mentre stava cadendo nel burrone. Immediatamente sono stati allertati i soccorsi ma, giunti sul posto con l’elicottero, i sanitari del 118 hanno potuto solo constatare il decesso, senza peraltro poter rimuovere la salma. Lo hanno fatto in seguito le squadre del soccorso alpino della Guardia di finanza e dei carabinieri di Tolmezzo e quelle del Cnsas di Forni Avoltri che hanno issato il corpo senza vita sull’elicottero della protezione civile regionale per portarlo al campo base e da lì alla camera mortuaria del cimitero del Comune di Paluzza.
Immediata e vasta in città l’eco per la scomparsa di quello che fu il progettista di “Ikarus” , la barca tanto amata dall’ex presidente del Consiglio Massimo D’Alema.
Lorenzo Bodini, uno dei velisti locali più noti, ricorda il lavoro svolto assieme a Starkel per “Trappola”. «Andammo più volte sul podio con quella barca in Barcolana - sottolinea - perchè Roberto ne aveva seguito l’evoluzione per renderla sempre più veloce. Era un tipo solare, sempre pronto a lavorare a qualsiasi idea, un entusiasta di ogni progetto nautico. Per lui non era solo un lavoro ma una grande passione. Abbiamo passato ore davanti al computer, a pensare la soluzione migliore per dar vita a un’idea».
«Non lo conoscevo personalmente ma - racconta Mitja Gialuz, presidente della Barcolana - ho navigato su una sua barca, Gireis, e con Diego Paoletti ci classificammo quinti e settimi nelle Barcolane 93-94. Ha disegnato barche belle, eleganti e performanti». «Più che un ingegnere era un genio - sintetizza il vicepresidente Svbg
Mauro Parladori - e dal Programma in poi, con cui ha vinto le più importante regate della stagione 80-81, al Serbidiola, al Trieste, ha avuto delle intuizioni che hanno fatto la storia nei primi anni ’80».
FONTE: http://ilpiccolo.gelocal.it/
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