2014 12 March

Presidente ci risponda: le 10 domande di Liguria Nautica a Matteo Renzi

La nautica ha bisogno di misure urgenti: domani non c'è tempo e oggi è già troppo tardi, Liguria Nautica scrive al Presidente del Consiglio per lanciare 10 quesiti su alcune urgenti problematiche riguardanti il nostro settore
Presidente ci risponda: le 10 domande di Liguria Nautica a Matteo Renzi

Egregio Signor Presidente del Consiglio,

 

Chi Le scrive è una giovane redazione giornalistica che si occupa di nautica a 360 gradi; una redazione fatta di giovani, quasi tutti con doppia laurea, che hanno deciso di restare in Italia a fare il proprio lavoro. La testata per cui scriviamo si occupa di nautica (dalle piccole barche ai mega yacht, passando dalla vela) e del turismo che ne deriva.

 

Inevitabilmente ci confrontiamo quotidianamente con le aziende di questo settore, che da anni sono in agonia a causa di politiche incompetenti. Recentemente abbiamo dedicato un focus di approfondimento al convegno promosso dal PD a Roma, dal titolo “La nautica al lavoro è lavoro per il Paese”: l’articolo è stato uno dei più letti e commentati sui nostri canali, e da qui è venuta l’idea di scriverLe per proporLe alcuni quesiti che riteniamo di grande interesse.

 

La nautica rappresenta ancora una voce importante per l’economia italiana: nel 2013 il fatturato si è assestato intorno ai 2,4 miliardi di euro, fonte UCINA, mentre l’anno d’oro del 2008 aveva fatto segnare addirittura 6,2 miliardi.

 

Desideriamo aprire un confronto sereno e autentico su alcuni temi secondo noi particolarmente importanti che riguardano il settore in cui operiamo. Lo facciamo ponendole 10 domande: la polemica non ci interessa, come avrà modo di leggere i nostri quesiti sono sciolti da qualsiasi riferimento ideologico ma riguardano cose concrete di cui il suo Governo potrà occuparsi.

 

Risponda alle nostre 10 domande, prenda un impegno con tutti i cittadini che le leggeranno e dimostri che nella sua agenda di Governo quesiti come quelli da noi proposti possono e debbano trovare spazio.

 

 

1) Come è già stato fatto in Sardegna, per favorire il settore della nautica, non sarebbe possibile abbattere l’IVA sui posti barca all’11%? Quella sui servizi turistici come gli hotel è addirittura al 10. Oggi parlare di nautica significa pensare anche al turismo: dove ci sono posti barca ci sono servizi turistici e quindi un generale giovamento per l’economia.

 

2) Non è arrivato il momento di abbattere le tasse sui carburanti? La media di tassazione europea è del 46,3 %, mentre in Italia siamo giunti, con l’aumento scattato il 1 marzo 2014, al 60,5 % tra accise e IVA.

 

3) Lei ha messo in primo piano la scuola. L’Italia ha oltre 7 mila chilometri di coste, senza contare i numerosi laghi: non è arrivato il momento di promuovere la cultura marinara anche nelle scuole, per esempio con corsi di vela o attività legate ai mestieri del mare? Questo aiuterebbe a spezzare lo stereotipo nautica=maxi yacht=evasione. La nautica è anche sport, natura, cultura e turismo.

 

4) Nautica=evasione è uno stereotipo che ha fatto solo danni al nostro settore. A quando un efficiente sistema di controllo digitale da parte del fisco? Obbligatorietà di iscrizione al registro navale per le unità anche sotto i 10 mt, accelerazione sull’informatizzazione dei registri e conseguenti controlli a monte sono tre punti che risolverebbero tanti problemi. Gli accertamenti sono giusti, ma le indiscriminate incursioni della GDF sulle banchine dei marina o direttamente in mare ci sembrano deleteri.

 

5) Per limitare l’evasione fiscale nelle attività di charter che si svolgono nelle nostre acque, non è possibilefavorire le imbarcazioni battenti bandiera italiana o EU con un’IVA agevolata (si veda il primo quesito), e vincolare invece quelli provenienti da altri paesi all’ottenimento di un’apposita licenza? Questo modello è stato già introdotto in Croazia.

 

6) Per rilanciare il settore turistico e quello nautico, non è arrivato il momento di varare un serio piano di investimenti sulle infrastrutture portuali? Soprattutto al sud, territorio che di turismo potrebbe vivere 365 giorni all’anno, si riscontra la mancanza di porti in grado di essere un reale traino per le economie locali e non solo.

 

7) Il made in Italy è una delle principali risorse del nostro paese, una delle cosiddette eccellenze, e la nautica ne è una delle migliori espressioni. Tra i tanti profili di rilievo che avrebbe potuto scegliere, perché nominare Ministro allo Sviluppo Economico Federica Guidi, le cui aziende di famiglia sono note per la delocalizzazione sistemica della produzione?

 

8) A proposito di made in Italy, tra i tanti quesiti che ci piacerebbe porLe ne scegliamo uno esemplare: qual è la sua posizione sulla crisi di Fincantieri? Pensa che il programma di privatizzazioni, sicuramente utile a fare cassa, avanzato dal governo Letta, sia la ricetta giusta?

 

9) A proposito delle infrastrutture: perché scegliere un indagato come Maurizio Lupi a questo ministero?Come è noto, Lupi è inquisito dalla Procura di Tempio Pausania per concorso in abuso d’atti di ufficio per la nomina del commissario dell’Autorità portuale del Nord Sardegna.

 

10) Abbiamo seguito con interesse l’incontro promosso dal PD a Roma, dal titolo “La nautica al lavoro è Lavoro per il Paese”. Ci sembra un peccato che a questo incontro fossero presenti soltanto i “big” del settore e mancasse totalmente la nautica “reale”, quella fatta da piccole e medie imprese che ogni giorno continuano a morire; per non parlare dell’assenza del mondo dell’associazionismo e dei club nautici che promuovono la cultura marinara per esempio con le scuole di vela. Quando il suo partito e il Governo parlano di nautica, quali sono gli interlocutori a cui si riferiscono?

FONTE: http://www.newsliguria.com/




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